Le patologie osteoarticolari da sforzi ripetuti agli arti superiori
Le patologie da sforzi ripetuti dell’arto superiore sono patologie muscolo-scheletriche causate da movimenti e sforzi ripetuti e da postura non corretta e mantenuta a lungo.
Questi sforzi provocano infiammazione di tendini quale dei tendini, muscoli e fasce muscolari, nervi periferici.
Spesso tali patologie sono legate al mondo del lavoro. (Leggi anche l’articolo I disturbi muscoloscheletrici nel mondo del lavoro)
Con l’entrata in vigore delle nuove tabelle (D.M. 9 aprile 2008) infatti sono state classificate come “tabellate” e quindi con presunzione legale d’origine.
A partire dal 2008 sono quindi stati raccolti i dati riguardanti tipo di patologia, settori di attività, andamento, ed incidenza.
Le denuncie in Italia riguardo queste patologie sono state numerose (rappresentano oltre il 62% di tutte le denunce), ponendo le malattie osteoarticolari come le patologie più frequenti dovute all’attività lavorativa.
Eziologia
La patologia da sforzi ripetuti è causata dalla sollecitazione eccessiva delle strutture anatomiche. Il movimento ripetuto diventa sforzo perché richiede una forza sproporzionata per il paziente che viene ripetuto più volte.
Talvolta il movimento, che non sarebbe eccessivo in relazione al singolo paziente, diventa uno sforzo perché il paziente lo svolge con il corpo e le articolazioni in posizione scorretta.
I lavori a rischio di questa patologia sono senz’altro quelli che richiedono:
- movimenti ripetuti, specie il con forza,
- il mantenimento di posizioni fisse del corpo per lunghi periodi,
- l’uso di piano di lavori di altezza e posizione troppo alte o troppo basse rispetto l’arto superiore,
- strumenti di lavoro non ergonomici che richiedono posizione eccessive delle articolazioni,
- l’uso di strumenti con vibrazioni,
- l’esecuzione del lavoro a temperature eccessive.
Molti lavori possono causare una patologia da sforzi ripetuti qualora siano eseguiti in modo non corretto. Lo sforzo non è mai analizzabile in modo assoluto ma è relativo al singolo lavoratore e al modo con il quale egli svolge il movimento.
I quadri anatomo-patologici di base sono principalmente:
- tendiniti
- tenosinoviti
- cisti tendinee
- borsiti
- fibromiositi e mialgie
- sindrome da compressione periferica dei nervi.
Nella quasi totalità dei casi le patologie da sforzi ripetuti sono organizzati al collo e all’arto superiore e sono correlate spesso all’attività lavorativa.
L’importanza della prevenzione
Nella prevenzione di tali patologie è fondamentale la collaborazione.
Da un lato infatti si intende la collaborazione tra lavoratore e il datore di lavoro, nel rispetto delle normative e di un atteggiamento propositivo.
Dall’altro anche il medico del lavoro e il medico di famiglia, così come le autorità, sono indispensabili per diminuire tali patologie da sforzi ripetuti dell’arto superiore.
La terapia più adatta
La terapia di base per le patologie da sforzi ripetuti è solitamente il riposo funzionale per diminuire lo stato infiammatorio. Bisogna ridurre o eliminare del tutto l’esecuzione del movimento lavorativo responsabile.
Il riposo può essere ottenuto cambiando temporaneamente il lavoro svolto, oppure modificandone i ritmi o intervallandolo con un altro lavoro. Il riposo funzionale può anche essere ottenuto mediante l’utilizzo di tutori che immobilizzano in posizione corretta l’articolazione infiammata e ne limitano quindi l’uso.
La terapia fisica con freddo e ghiaccio è molto utile nelle tendiniti in fase acuta.
La terapia farmacologica antinfiammatoria per via generale deve essere associata a riposo funzionale e deve durare brevi periodi, mentre si agisce sulla causa lavorativa. In alcuni casi si possono eseguire infiltrazioni con cortisonici ed eventualmente anestetici locali.
La rieducazione posturale infine è indispensabile affinché il lavoratore riacquisti l’uso corretto del corpo.
L’intervento chirurgico e invece solo indicato in alcuni casi, quelli decisamente più gravi.
Esame obiettivo degli arti superiori
L’esame obiettivo è fondamentale nella diagnosi e quindi nella terapia di qualsiasi patologia.
Anche in ambito ortopedico l’esame obiettivo riveste un’importanza enorme e fornisce preziose informazioni assieme ad altre componenti della visita e della diagnostica, quali l’anamnesi patologica prossima e remota, la valutazione di traumi, e la diagnostica per immagini.
L’esame obiettivo di tipo ortopedico si suddivide in:
- ispezione
- deambulazione
- palpazione
- misurazioni e valutazione della motilità
- semeiotica del segmento in valutazione
- valutazione di eventuali deficit vascolo-nervosi
Per eseguire adeguatamente una valutazione clinica degli arti superiori si deve valutare
il contorno delle articolazioni, il rilievo muscolare, il colorito della cute (circolazione sanguigna) ed i segni di alterato drenaggio linfatico.
Esame della spalla
Nella valutazione dell’articolazione della spalla è utile ricordare che i movimenti della spalla coinvolgono tre articolazioni che sono la scapolo- omerale, l’acromion-claveare e la sterno-claveare, con la cuffia dei rotatori (formata dai muscoli sottospinoso, sovraspinoso, piccolo rotondo e granscapolare) che stabilizza l’articolazione scapolo- omerale.
Utile ricordare che in 1/3 dei casi il dolore di spalla è riferito e la sede delle alterazioni non è sempre a livello di strutture in queste sedi (rachide, cervicale, diaframma, torace, etc…).
Il sospetto di diagnostica differenziale deriva dal fatto che nel dolore riferito si ha un’assenza della limitazione funzionale dell’articolazione.
Esame del gomito
Il gomito è costituito dall’articolazione omero- ulnare, che permette i movimenti di flesso- estensione (150°), e dall’articolazione omero- radiale, che rende possibile i movimenti di prono- supinazione (160°).
Patologie del gomito solitamente interessano la capacità di flesso-estensione.
Clinicamente si valutata la cute per la presenza di chiazze eritemato-squamose che sono tipiche dell’artropatia psoriasica, i tessuti molli per quello che concerne la valutazione articolare per diagnosi di artropatia; la presenza di un inspessimento del nervo ulnare può far pensare alla lebbra, la presenza di noduli duri/indolenti sotto cutanei può far sospettare ad esempio ad un’artrite reumatoide.
In ultimo valutare i tendini. Le infiammazioni tendinee sugli epicondili possono rilevarsi spontaneamente, alla digitopressione e/o alle manovre di controresistenza.
Tali segni spesso sono indicativi di epicondilite omerale (“gomito del tennista”).
Esame della mano
Durante l’ispezione bisogna valutare la presenza di deviazione ulnare/collo di cigno (significativa di artrite reumatoide) e/o deformità rotatorie/angolari (tipiche nelle fratture).
Da considerare anche la posizione delle dita (possono essere flesse in corso di Dupuytren palmare o tenosinovite purulenta), la cute e gli annessi cutanei (possono essere alterati in corso di patologie neurovascolari) e/o la presenza di tumefazioni ed ipotonia muscolare.
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