La patologia della cuffia dei rotatori
La patologia della cuffia dei rotatori
La patologia della cuffia dei rotatori rappresenta ancor oggi un argomento di grande interesse e di studio in quanto molti aspetti che la riguardano, soprattutto l’eziopatogenesi ed i processi spontanei degenerativi tendinei, non sono ancora ben noti.
Cos’è la “cuffia dei rotatori”
Cuffia dei rotatori è il termine usato in anatomia per indicare il complesso muscolo-tendineo della spalla, un importante mezzo di fissità e di stabilizzazione dell’articolazione scapolo-omerale. Il nome deriva dal fatto che i grandi tendini proteggono l’intera articolazione formando una vera e propria cuffia che avvolge completamente la testa dell’omero.
L’articolazione gleno-omerale è una enartrosi molto instabile dove è presente un “delicato equilibrio dinamico” fra mobilità e stabilità.
Carter Rewe ha raffigurato questa situazione come una foca intenta a mantenere in equilibrio un pallone sopra al proprio naso.
Questa articolazione è instabile ma è in grado di eseguire più di 1600 movimenti nello spazio.
La cuffia dei rotatori è costituita da:
- tendine sovraspinoso: abduce e ruota all’esterno (extraruota) il braccio, in sinergia con l’azione del deltoide, vincola l’omero alla scapola, mette in tensione la capsula articolare.
- tendine sottospinoso: ruota esternamente il braccio e rinforza la capsula dell’articolazione scapolo omerale, stabilizzandola. Ha anche un’azione di estensore e estensore in orizzontale del braccio
- tendine sottoscapolare: oltre alla funzione stabilizzatrice, il muscolo sottoscapolare serve a compiere movimenti di intrarotazione ed adduzione dell’omero.
- tendine piccolo rotondo: a sua contrazione (insieme a quella del sottospinato) determina la rotazione esterna dell’omero. Ha anche una funzione di estensore orizzontale del braccio.
La cuffia dei rotatori ha inoltre una chiara funzione biomeccanica agendo da stabilizzatore dinamico.
Infatti:
- Contribuisce alla forza del braccio
- La contrazione sinergica e coordinata controlla lo spostamento della testa omerale
- Limita la translazione per effetto barriera
- Col deltoide mantiene fisso il fulcro dell’abduzione
- Coppia di forze che stabilizzano e regolano il movimento della spalla
La patologia: in cosa consiste?
La cuffia dei rotatori si può lesionare e rompere. Quando si parla di rottura non ci si riferisce a lesioni di natura muscolare ma tendinea. Il tipo di lesione può variare da un’infiammazione tendinea, senza alcun danno permanente, ad una lesione parziale o completa che potrebbe richiedere l’intervento chirurgico.
Una lesione della cuffia dei rotatori può derivare da un trauma diretto oppure dall’usura cronica che dà origine alla degenerazione del tendine e quindi al dolore. Infatti anche i tendini invecchiano.
Perchè si rompe?
I fattori che possono portare alla rottura della cuffia dei rotatori sono molteplici:
- Età
- Alterata biologia
- Vascolarizzazione
- Sovraccarico funzionale
- Trauma
- Conflitto sotto-acromiale
- Conflitto interno
- Conflitto acromion-claveare + leg. coraco/acr.
- Contrattura della capsula posteriore con impingement anteriore
- Alterato ritmo scapolo-toracico
Conosciamo inoltre quelli che possono essere i principali fattori di rischio:
- FUMO: riduce l’afflusso di sangue
- IPERCOLESTEROLEMIA: deposizione dei metaboliti intermedi aumenta il rischio di rottura
- GENETICO: familiarità predispone al rischio di rottura
- ATTIVITA’ LAVORATIVA
- ATTIVITA’ SPORTIVA
Si può affermare con certezza inoltre che la rottura della cuffia dei rotatori NON GUARISCE. Pertanto vi è un significativo rischio di pregressione della lesione correlata al sintomo: maggiore è la lesione maggiore è il sintomo e maggiore è l’impotenza funzionale.
Possiamo classificare 3 tipi di lesione
- LESIONE PARZIALE: assenza di comunicazione tra l’articolazione e lo spazio sotto-acromiale
- LESIONE COMPLETA: comunicazione tra l’articolazione e lo spazio sottoacromiale
- LESIONE MASSIVA: Interessamento di almeno 2 tendini (Gerber) Dimensione maggiore di 5 cm
Quale può essere l’approccio terapeutico?
La ricerca e l’esperienza mondiale di chi tratta questa patologia ci hanno insegnato nuovi concetti e nuove nozioni su come approcciarla e trattarla.
Le tecniche chirurgiche si sono evolute, si sono affinate, ma un problema rimane ancora irrisolto e ancora poco risolvibile: la biologia tendinea.
Oggi non siamo ancora in grado di rigenerare, rinforzare i tendini rotti della cuffia dei rotatori. Per quanto le tecniche chirurgiche abbiano fatto passi da gigante, le percentuali di ri-rottura della cuffia dei rotatori sono ancora molto alte e sono unicamente dovute alla qualità (biologia) della struttura del tendine. Oggi non basta eseguire una sutura perfetta per garantire un risultato “eterno” in termini di tenuta della sutura stessa. Bisogna risolvere ancora altri problemi.
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